Per cosa davvero le persone usano ChatGPT (non è per quello che pensi)

Tutti parlano di ChatGPT, AI e compagnia cantante. Ma la domanda vera è: come la gente lo usa davvero ogni giorno?
OpenAI (e Anthropic, con il suo Claude) hanno pubblicato dei report interessanti su milioni di conversazioni, che ci permettono di capire quali sono i principali utilizzi reali. Non le chiacchiere, ma i numeri.

E i dati sorprendono, perché l’uso quotidiano dell’intelligenza artificiale non è sempre quello che ci immaginiamo.


1. L’uso pratico e quotidiano (28,8%)

La fetta più grossa riguarda ciò che in inglese chiamano practical guidance. In altre parole: chiedere consigli pratici.

Dentro questa categoria troviamo:

  • Insegnamento e tutoraggio (10%): studenti che chiedono spiegazioni… o direttamente i compiti fatti.
  • How-to (8,5%): “come si fa” su qualsiasi tema, dallo stile Aranzulla fino alla ricetta di un contratto.
  • Salute, fitness e self-care (5,7%): consigli su benessere e forma fisica.
  • Brainstorming creativo (3,9%): idee per progetti, contenuti o business.

Insomma, ChatGPT è sempre più un assistente “pratico”, pronto a risolvere piccoli problemi quotidiani.


2. Cercare informazioni (21,3%)

Qui rientrano le classiche ricerche, quelle che fino a ieri facevamo su Google:

  • Informazioni specifiche (18,3%)
  • Prodotti acquistabili (2,1%)
  • Ricette di cucina (0,9%)

Curioso che le ricette siano sotto l’1%. Probabilmente per cucinare la gente preferisce YouTube, più immediato da seguire. Ma il dato interessante è quello dei prodotti: sempre più persone usano ChatGPT come comparatore intelligente, inserendo budget, contesto ed esigenze e ricevendo shortlist di opzioni. Una piccola rivoluzione per l’e-commerce.


3. Scrittura e comunicazione (quasi 30%)

Un’altra grossa fetta è legata alla scrittura:

  • Editing e miglioramento testi (10,6%)
  • Scrittura personale e comunicazione (8%)
  • Traduzione (4,5%)
  • Riassunti e sintesi (3,6%)
  • Scrittura creativa (1,4%)

Qui il dato parla chiaro: molti non sanno scrivere bene, ma con l’AI riescono finalmente a produrre email, documenti e testi comprensibili.
Un salto di qualità enorme, soprattutto per chi lavora in contesti internazionali e deve comunicare in inglese.


4. Tecnico e programmazione (7,5%)

La programmazione occupa solo il 4,2%, meno di quanto si pensi leggendo i feed di X pieni di sviluppatori.
Accanto al coding ci sono anche matematica e data analysis. Probabilmente la percentuale salirà man mano che i modelli diventeranno sempre più potenti nel software development.


5. Multimedia e creatività (6%)

Generare immagini, analizzare foto, creare media: la parte “visual” è già presente, ma non è ancora dominante. La scrittura rimane il core business dell’AI, almeno per ora.


6. Self expression, saluti e cazzeggio (4,3%)

Sì, c’è anche chi usa ChatGPT per introspezione personale, saluti e chiacchiere leggere. Solo lo 0,4% per giochi e roleplay: molto meno del previsto, considerando quanto si parla di companion AI.


Claude e gli altri: la comparazione

Anthropic, con Claude, mostra dati diversi: più spazio alla programmazione, alla scrittura e al business/contabilità. Ogni modello attira quindi pubblici e usi leggermente diversi.


Una riflessione finale

Una cosa emerge chiarissima: l’uso personale dell’AI sta crescendo tantissimo, non è più solo uno strumento da ufficio.

E qui va detto: chi ancora oggi “si vanta” di non usare l’AI, probabilmente pecca di due cose: ignoranza o arroganza. Ignoranza, perché non conosce davvero le potenzialità di questi strumenti. Arroganza, perché pensa di saperne più di sistemi che condensano miliardi di dati e competenze.

La verità è che l’AI non deve decidere per noi, ma può diventare il nostro secondo parere intelligente. Un alleato da ascoltare, anche quando alla fine scegliamo di fare di testa nostra.


Conclusione

Che tu lo usi per scrivere una mail, risolvere un problema tecnico o cercare la bici elettrica migliore, l’AI è già parte della vita quotidiana. E chi la rifiuta rischia di rimanere indietro.

La chiave? Usarla con umiltà, buonsenso e anche un pizzico di divertimento. Perché la tecnologia è potente, ma resta sempre uno strumento nelle nostre mani.

Monty Staff