Un giorno mi invitano in televisione. Non era la prima volta, ma ogni volta è una storia a sé. Vado nello studio, mi mettono nel classico “stanzino del collegato” — se hai mai fatto un’intervista televisiva da remoto, sai di cosa parlo. Una stanzetta fredda, una telecamera fissa, un auricolare nell’orecchio, e tanta attesa.
Era Sky TG24, a Cologno Monzese, in uno di quei micro-studi che sembrano più celle frigorifere che luoghi per comunicare con milioni di persone.
La scena che non dimenticherò mai
Sono lì seduto, mi sto guardando quello che va in onda prima del mio intervento. A un certo punto, parte un collegamento con un giovane cronista.
I conduttori lo introducono con entusiasmo:
“Pippo, allora, dicci tutto sugli ultimi aggiornamenti!”
Il ragazzo, visibilmente emozionato, comincia a parlare. Ma qualcosa va storto.
Si inceppa.
Balbetta.
Si blocca.
Un momento che, per chi è in diretta, sembra eterno.
Il potere del silenzio (gestito male)
In studio cala il gelo.
I conduttori, con grande professionalità, cercano di recuperare:
“Va bene, torniamo in studio. Avremo modo di sentire ancora Pippo, appena possibile.”
Ma la lezione è lì, chiara come il sole: quando sei in diretta, il silenzio pesa. E pesa tantissimo.
La vera lezione: preparazione e gestione dell’ansia
Quello che ho capito in quel momento è che il punto non era tanto il contenuto.
Era la gestione della pressione, del tempo reale, dell’imprevisto.
Anche il professionista più preparato, se non è pronto psicologicamente, può andare in crisi.
E questa, in fondo, è una lezione che vale per tutto — non solo per la TV.
- Nel lavoro: se non prepari una presentazione anche emotivamente, rischi di bloccarti al momento decisivo.
- Nella vita: se non impari a gestire l’imprevisto, ti ritrovi paralizzato nei momenti cruciali.
- Nella comunicazione: la tua voce non è solo quello che dici, ma anche come lo dici — e come gestisci i vuoti.
Il consiglio che daremmo a “Pippo” (e a tutti noi)
Se ci stai leggendo, caro Pippo, sappi che quel momento in realtà è un tesoro.
Perché da lì si impara davvero.
👉 Preparati sempre.
👉 Allenati con l’imprevisto.
👉 E ricorda: anche i più grandi hanno avuto il loro primo blackout.
Conclusione
La televisione è un acceleratore emotivo. Ti mette davanti a te stesso, senza filtri.
Ma vale per tutti i momenti di esposizione pubblica: una diretta social, una presentazione, un colloquio.
La lezione è universale: chi vince non è chi non sbaglia mai, ma chi sa gestire bene i propri momenti no.
Monty Staff